SCUOLA


Il Consiglio dei Ministri del 21 aprile ha inserito dentro il Decreto PNRR 2, già approvato lo scorso 13 aprile, la revisione del D.Lgs 59/2017 con innovazioni per il reclutamento e la formazione degli insegnanti.

Restano in piedi tutte le perplessità sulla concreta realizzazione di misure volte al potenziamento delle innovazioni didattiche ed al miglioramento della qualità del servizio scolastico a fronte di un DEF che per i prossimi tre anni prevede addirittura una diminuzione degli investimenti per la scuola pari allo 0,5% del PIL, portando la spesa ai livelli di dieci anni prima.
Quando avremo il testo ufficiale del decreto potremo fare una valutazione complessiva e soprattutto porre in essere le necessarie iniziative per contrastare il disegno di ripristino sostanziale di alcune previsioni della Legge 107/15, che la mobilitazione dei lavoratori aveva contrastato e contenuto riportando alla contrattazione le norme sul rapporto di lavoro trasferite alla legge.

Neolaureati e precari sono messi sullo stesso piano nelle procedure di accesso al ruolo, basate su concorsi a quiz. Ciò significa che coloro che da anni lavorano nella scuola potranno accedere al ruolo solo con questo tipo di selezione. Tale previsione è in contrasto con il buon senso oltre che con le indicazioni della Giustizia europea. Mentre
si vogliono garantire assunzioni regolari si dimentica che le esigenze di copertura delle cattedre e dei posti alimentano sistematicamente il precariato, per il quale occorrono soluzioni specifiche e straordinarie.
Il Governo dimostra ancora una volta di non tenere in alcuna considerazione i risultati fallimentari di procedure concorsuali basate sulla valutazione delle nozioni possedute e non sulla capacità di saper insegnare e, soprattutto, di stabilire una corretta relazione educativa. Mentre il PNRR definisce prioritario il contrasto alla povertà educativa, il Governo propone, smentendo sé stesso, un reclutamento che non è coerente con le sue stesse intenzioni.

Sulla carriera del personale docente il decreto-legge in via di emanazione dovrebbe prevedere una progressione legata alla formazione ed alla costituzione di nuove figure professionali. Noi riteniamo invalicabile l’unicità della funzione docente e non potremo mai accettare che la via legislativa sottragga alla contrattazione una materia
fondamentale quale quella connessa alla regolamentazione del rapporto di lavoro ed alla progressione di carriera. Si aprano subito le trattative per il rinnovo del CCNL del Comparto Istruzione e Ricerca! Il Contratto è l’unica sede per mettere mano alla progressione di carriera del personale della scuola!

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