SCUOLA


E’ terminato ieri sera l’incontro, da remoto, tra il Ministro dell’Istruzione e del Merito con le OO.SS. rappresentative de ll’area della dirigenza scolastica. Per l’Amministrazione erano presenti, oltre al Ministro, il Capo di Gabinetto Dott. Recinto, il Consigliere Cerrone e il Capo Dipartimento per le risorse finanziarie Dott. Greco. In apertura dell’incontro il Ministro si è augurato di poter affrontare insieme ai sindacati tutte le problematiche della dirigenza. Lo SNALS Confsal ha posto l’attenzione sulle principali problematiche che investono la dirigenza scolastica, da quella relativa alle semplificazioni a quella retributiva, per finire alle previsioni della legge di bilancio per il 2023 che riorganizza la rete tagliando centinaia di scuole.

Sono decenni ormai che le scuole subiscono da più parti richieste burocratiche di ogni tipo che hanno ormai assunto la forma di vere e proprie molestie burocratiche, sotto forma di richieste continue ed ossessive. Anche l’Anac recentemente, avvalendosi del potere giurisdizionale che le è stato conferito, ha modificato con i suoi avvisi precise disposizioni di legge, dando luogo a comp ortamenti difformi dei vari USR nel silenzio totale del ministero. Per non parlare delle azioni messe in atto da MonitoraPa che, di fatto, accusa i dirigenti per aver usato piattaforme, consigliate tra l’altro dal Ministero, che non presentano garanzie sufficienti in termini di tutela dei dati. Anche in questo caso i DS sono stati lasciati soli. Abbiamo quindi segnalato al Ministro alcune linee di intervento per le quali riteniamo che si possa intervenire rapidamente con provvedimenti amministrativi. Gli UAT dovrebbero svolgere costanti e aggiornate azioni di supporto alle scuole in occasione delle procedure di determinazione degli organici, di costituzione e di gestione delle graduatorie per le supplenze, di gestione del contenzioso. Invece a tutt’oggi non riusciamo ad avere, ad esempio, tempestivamente graduatorie corrette e la gestione affidata alle scuole trova innumerevoli ostacoli nelle attività di verifica dei titoli ed in particolare dei titoli di accesso sia alle classi di concorso sia soprattutto ai posti di sostegno, esponendo i dirigenti a gravose responsabilità. Gli UAT dovrebbero poi svolgere una costante azione di raccordo con le RTS e fornire aggiornamenti continui sulle norme in materia di spesa consentendo di velocizzare le pratiche amministr ative. Il MIM dovrebbe, a nostro parere, attraverso le direzioni generali competenti, attivare un’opportuna interfaccia con il livello legislativo per prevenire ricadute negative sulle scuole dei provvedimenti posti in discussione nelle commissioni e nelle aule parlamentari. Se si intende veramente semplificare , occorre investire adeguatam ente non solo nella digitalizzazione della PA ma soprattutto rendendo veramente interoperabili le banche dati. Solo con tale intervento si potrebbero evitare operazioni inutili e dannose per la vita delle scuole. Noi crediamo in una dirigenza interprete dei bisogni educativi della comunità scolastica e non al di sopra di questa, e la vorremmo vedere orientata innanzitutto alla promozione di innovazioni sul piano didattico ed organizzativo e sempre di meno a compiti burocratici elementari ma dispendiosi e fo rtemente demotivanti. Sul fronte della sicurezza si è determinata una situazione atipica con il decreto interministeriale previsto dalla legge 215/2021 di conversione del DL 146/2021. Ancora non si è espressa la Conferenza Stato - città ed autonomie locali sul testo proposto dal Ministro dell'istruzione e del merito, di concerto con il Ministro del lavoro. Di fatto, l’intervento legislativo su questo tema è, ad oggi, inefficace, le scuole si sentono abbandonate e i dirigenti scolastici si sentono abbandonati a se stessi ; dopo che una legge ha sancito inequivocabilmente che la valutazione dei rischi strutturali degli edifici scolastici è competenza esclusiva dell’Ente locale tenuto alla loro fornitura, senza le indicazioni operative che dovrebbero definire il riparto delle responsabilità, queste ultime continuano pesantemente a gravare solo sui dirigenti scolastici. Abbiamo poi sottolineato che il CCNL dell’area istruzione e ricerca, da rinnovare per il triennio 2019 - 2021, è in sostanza già scaduto e non abbiamo neppure l’Atto di indirizzo. I contratti collettivi sono discussi con sistematico ritardo e questo comporta l’inadeguatezza e l’inesigibilità di gran parte della regolazione contrattuale, mai aggiornata rispetto all’evoluzione costante del rapporto di lavoro, oltre a determinare una inadeguatezza retributiva rispetto all’attuale inflazione. È significativo che l’ultimo CCNL contenente un riordino delle disposizioni pattizie risale al 2002/2005. L’apertura del tavolo contrattuale è urgente. Occorre definire molti aspetti rimasti in sospeso, tra cui il regime della onnicomprensività e degli incarichi aggiuntivi, la limitazione dei compiti impropri attribuiti anche da altre amministrazioni ai dirigenti scolastici, la revisione delle sanzioni per provvedimenti disciplinari, in particolare delle conseguenze della recidiva, la sostituzione del dirigente durante la malattia, la regolazione del diritto alla scelta di ritornare al rientro nel ruolo di provenienza e la regolazione della mobilità interregionale. Sul ve rsante retributivo abbiamo ricordato che, a partire dall’a.s. 22/23, la contrattazione si svolgerà a livello nazionale e gli importi delle fasce di complessità, finora diversi da regione a regione, dovranno essere uniformati su tutto il territorio nazional e, contestualmente alla definizione di fasce di complessità nazionali delle istituzioni scolastiche. L’operazione di armonizzazione delle retribuzioni, che dovrà cancellare le differenze attualmente esistenti tra una regione e l’altra (il valore della fasc ia di complessità più alta oscilla tra i 13.000 e i 21.000 euro lordi annui), non può essere avviata perché le risorse stanziate nella legge di Bilancio 2022 per garantire l’operazione, sono assolutamente insufficienti a mantenere i livelli retributivi in tutte le regioni e ad allontanare il rischio di una restituzione di risorse. Per stabilizzare definitivamente il FUN, si rende pertanto necessario stanziare ulteriori risorse in legge di bilancio 2023, per incrementare di 25 milioni di euro lo stanziamento una tantum di 25 milioni previsto per l’anno 2023 e prevedere 50 milioni di euro a partire dall’anno 2024. In sede di replica il Ministro ha condiviso molte delle nostre osservazioni assicurando di voler avviare una stagione di relazioni sindacali più efficace in termini di risultati. Sul tema delle semplificazioni ci è stato confermato che la legge di bilancio contiene una norma che affida ai revisori, previa adeguata formazione, l’onere di svolgere le attività di controllo sugli obblighi derivanti dalla normativa sulla trasparenza. In particolare, sulla questione retributiva, il Dott. Greco ha assicurato che potranno essere trovate ulteriori risorse anche una tantum oltre ai 25 milioni già stanziati per l’alimentazione del FUN, mentre per il dimensionamento restano punti oscuri che andranno chiariti in sede di discussione della legge di bilancio per il 2023 e sul piano operativo in sede di conferenza unificata Stato – Regioni.

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